Mici Medievali

… Questo aveva le zampe sporche d’inchiostro.

Immaginatevi quel poveretto che stava scrivendo su queste pagine (probabilmente un monaco amanuense) e si è allontanato un attimo perché… perché, oh, ogni tanto bisogna pur sgranchirle le gambe. Liberare la vescica. Mangiarsi un bombolone alla crema. Prendere aria fresca nell’orticello del monastero. O anche semplicemente farsi i cavoli propri. Nel XIV secolo la noia era all’ordine del giorno, cosa credete. E anche la peste, ma quella non era divertente.

Ora immaginatelo mentre torna alla sua postazione e si trova davanti questo capolavoro (e, si sa, i danni fatti con questo tipo d’inchiostro sono irreparabili).

Immaginatelo mentre si mette le mani nei capelli (se ne aveva, certo, ma nella mia fantasia ce li ha).

Immaginate le imprecazioni che riecheggiano per tutto il monastero, con il mistico sottofondo dei canti gregoriani.

Non so perché, ma ho la vaga impressione che il gatto sia finito arrosto.

O quantomeno si sia beccato una clamorosa pedata.

42 pensieri su “Mici Medievali

  1. Quando ero alle superiori ho passato un intero pomeriggio a disegnare una tavalo di anatomia, i muscoli della gamba di fornte e di lato. Ero a casa da sola con la mia gatta che dormiva ed è suonato il telefono. Sono andata a rispondere (erano gli anni Ottanta, epoca pre-cellulare) lasciando il piatto con le tempere sulla scrivania. Sono ritornata nella mia stanza due minuti dopo e ho trovato la gatta che stava passeggiando beata sul mio disegno – naturalemente dopo essere prima passata con le zampette nel piatto con i colori a tempera. Il giorno dopo ho portato a scuola una tavola di anatomia piene di zampine verdi e rosa. Meno male che la proff l’ha trovata … interessante e diversa… 😉

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