Mici Medievali

… Questo aveva le zampe sporche d’inchiostro.

Immaginatevi quel poveretto che stava scrivendo su queste pagine (probabilmente un monaco amanuense) e si è allontanato un attimo perché… perché, oh, ogni tanto bisogna pur sgranchirle le gambe. Liberare la vescica. Mangiarsi un bombolone alla crema. Prendere aria fresca nell’orticello del monastero. O anche semplicemente farsi i cavoli propri. Nel XIV secolo la noia era all’ordine del giorno, cosa credete. E anche la peste, ma quella non era divertente.

Ora immaginatelo mentre torna alla sua postazione e si trova davanti questo capolavoro (e, si sa, i danni fatti con questo tipo d’inchiostro sono irreparabili).

Immaginatelo mentre si mette le mani nei capelli (se ne aveva, certo, ma nella mia fantasia ce li ha).

Immaginate le imprecazioni che riecheggiano per tutto il monastero, con il mistico sottofondo dei canti gregoriani.

Non so perché, ma ho la vaga impressione che il gatto sia finito arrosto.

O quantomeno si sia beccato una clamorosa pedata.