Tulipani

“Siamo abbastanza a pezzi e grandi per sapere che non esistono i miracoli.”

(L’Orso, “Quello che manca”)

“Ti amo ancora.

Fa male, vero? Saperlo, dico. Una stilettata unica, tagliente, che ti attraversa di netto la mano dal dorso al palmo. Così rapida che le articolazioni non fanno in tempo a muoversi, che tu non fai in tempo ad accorgerti e intanto sanguini. Fili rossi su una tovaglia bianca, come quella che mamma mette sulla tavola a Natale.

Ti amo ancora, e mentre lo dico mi sento come un bambino con le mani e la faccia sporchi di marmellata.

Sei stato tu?

No mamma, ti giuro!

Colpevole, vulnerabile, scoperto, incriminato.

Ti amo ancora, sai che sensazione dà? È come stare col culo scoperto seduti sulla neve. Un po’ come prendere con entrambe le mani una pentola appena tolta dai fornelli, poi molli la presa e ti casca sul piede. Un po’ come uscire dalla doccia e non trovare l’accappatoio. Un po’ come scoprire che le mutande appena lavate sono cadute nel giardino dei vicini. Un po’ come quando stai morendo di sete e ti tagli aprendo la lattina di coca cola. Un po’ come quando ti mordi la lingua.

Un po’ na merda insomma.

Ti amo ancora, e non so se odio più me stesso o te che mi hai fatto questo. No, nemmeno ci provo a odiarti che poi mi sorridi e mandi a puttane tutti i miei buoni propositi.

Ti amo ancora, e sei come un taglietto sul palato. Ti sento continuamente, non riesco a ignorarti e non sai quanto lo vorrei.

Ti amo ancora, e ogni cosa mi ricorda te. I libri, i dolci con lo zucchero sopra, i film tristi, le opere d’arte, le onde del mare, le mie lenzuola verdi.

Ti amo ancora, e mi piacerebbe bastarti. Perché io non ti sono bastato mai, sempre troppo poco per te. Sono sempre arrivato al momento sbagliato. L’hai detto anche tu: “io e te siamo famosi per il nostro tempismo di merda”. Io e te siamo il risultato delle decisioni giuste prese nei momenti sbagliati.

Ti amo ancora, ma la mia vita senza te non è così diversa: faccio tutto un po’ più piano, non mi frega niente di albe e tramonti e il caffè ha cominciato a far schifo.

Ti amo ancora perché, come dice quella canzone che ci piace tanto: “come mi abbracci tu non l’ha mai fatto nessuna, forte come due ma sei solo una. Come mi accendi tu non lo fa nessuna, l’ho sempre saputo, è la mia fortuna. Come m’hai visto tu, non m’ha mai visto nessuna, non m’ha ascoltato nessuna, non m’ha incontrato nessuna, non m’ha cambiato nessuna, non mi conforta nessuna, non mi desidera alcuna che non sia la luna. Come mi parli tu non l’ha mai fatto nessuna, che sia sotto il sole o sotto la luna. Come m’incanti tu non m’incanta nessuna, forte come due ma sei solo una. Come hai sperato tu non l’ha mai fatto nessuna, non l’ho fatto io e non l’ha fatto la luna. Come m’hai visto tu non m’ha mai visto nessuna, non m’ha provato nessuna, non m’ha ascoltato nessuna, non mi conforta nessuna, non mi ricambia nessuna, non mi desidera alcuna che non sia la luna”. E lo so che te la ricordi, non cascare dal pero. Sono quasi sicuro che l’hai anche canticchiata.

Ti amo ancora, e sta’ cosa inizia a non piacermi. Non dormo più, mangio poco e male, fumo più che mai.

Ti amo ancora, anche se non te l’ho mai detto. Tu non hai mai saputo di questo mio sentimento per te. Nemmeno quando passavamo tutto quel tempo insieme. Non te l’ho mai detto, non ti ho mai detto niente. Niente di carino, niente di dolce. “Ma tu mi ami un pochino?” Avrei voluto dirti che il mio amore non era solo un pochino, ma tonnellate. Ma non ho detto niente, e tutto questo mi seguirà come un’ombra per tutta la vita. Come le tue lacrime. Ancora me le sogno la notte, cazzo.

Ti amo ancora, e ti ho amata anche quando hai detto, hai urlato, di odiarmi.

Ti amo ancora. Come se avessi mai smesso di farlo… Ho cominciato la prima volta che ti sei voltata a guardarmi. Hai guardato proprio me e hai sorriso. Cristo, ucciderei se solo tu me lo chiedessi sorridendo. Perle bianche e petali di rosa.

Ti amo ancora, quando morirò ti prometto che non mi farò chiudere in una scatola. Ti prometto che su di me cresceranno i fiori, magari i tulipani che ti piacciono tanto. Quelli gialli. Magari verrai a raccoglierli. Magari. Se è l’unico modo per riaverti vicina, io…

Ti amo ancora, e mi ricordo il primo bacio che mi hai dato. Avevi delle gambe così lunghe e belle che parevano finte, e mi guardavi. Quel tuo bacio dolce ha sovrastato il sapore del tabasco che avevo sulla lingua. Al suo posto sei arrivata tu. Col tuo sapore di buono e di mandorle. Con prepotenza, come sei arrivata nella mia vita.

Ti amo ancora, ma sono sparito dalla tua vita da così tanto tempo che forse tu non ricordi più nemmeno il mio nome, o la mia faccia. Ed è giusto così, ti ho fatto troppo male per meritare anche solo un briciolo dei tuoi pensieri.

Ti amo ancora, e quando ti arriverà questa lettera sarà troppo tardi.

Sarà così rapido e veloce che non me ne accorgerò nemmeno, te lo prometto.

Buonanotte amore mio,

 

ricordati dei tulipani.”

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